La credibilità di Enia è ai minimi storici
Osserviamo tutti i giorni i suoi mezzi, con fiancate che ci raccontano il proficuo destino della frazione organica, immagini accattivanti e slogan virtuosi, la natura che ringrazia i nostri sforzi. Tutta immagine, zero sostanza.
False rappresentazioni, che contrastano con il modo in cui Enia gestisce la raccolta dell'umido. Agli utenti vengono forniti sacchetti di plastica dove mettere gli scarti alimentari, proprio la plastica che inquina, sporca e fa a botte con l'impegno dei cittadini. Per risparmiare, Enia non compera sacchetti in mater bi ma quelli in polietilene, in contrasto perfino con una delibera del consiglio comunale di Parma. Lo scarto così aumenta del 22%, l'organico va trattato una volta in più per separare i sacchetti, la qualità che ne deriva è scadente, la plastica, sporca di organico, va all'inceneritore insieme ai residui di cibo rimasti attaccati ai sacchetti. Una porcheria.
Enia costruisce un inceneritore e ci fa credere che migliorerà la differenziata. Poi scopriamo che comunque vada la raccolta dei materiali, l'inceneritore brucerà a mille. Arriviamo al 100% di raccolta differenziata? No problem, l'inceneritore brucerà il 100% di rifiuti speciali, in barba a tutte le premesse del piano provinciale dei rifiuti, giustificato per gestire i rifiuti urbani e non certo gli speciali, di cui il pubblico non è per legge obbligato a occuparsi. Poi cosa ci sarà dentro i rifiuti speciali? Non lo sapremo mai. Da dove verranno? Lo decideranno a Genova e a Torino, i veri
padroni di Enia dal primo luglio prossimo.
L'inceneritore è stato giustificato ai cittadini per risolvere il problema dei rifiuti urbani, ora scopriamo che verrà utilizzato invece per gli speciali in barba a tutte le promesse fatte. Non è forse uno scandalo enorme?
Le tariffe dei rifiuti saranno definite dal gestore senza che le amministrazioni possano intervenire.
Questo perché la costruzione dell'inceneritore non è stata messa a gara per far vincere il progetto migliore e meno costoso, ma affidata direttamente ad Enia, che può imputare al progetto tutti i costi che vuole. Cosa e quanto pagheremo? Dipenderà da quanto spenderanno nel corso del progetto. Ad esempio la gara per le costruzioni edili (stimate in 43 milioni di euro) ha avuto un solo concorrente, che ovviamente ha presentato un'offerta praticamente identica alla base d'asta, vincendo.
Quarantatré milioni di euro non fanno gola a nessuna impresa?
Possibile? Non si nasconde nulla dietro questa per lo meno strana gara d'appalto?
Altro esempio calzante. Saremo noi cittadini a pagare le compensazioni ai comuni limitrofi a causa del danno causato dall'impianto, come se un taxista senza assicurazione facesse pagare la multa ai clienti che salgono.
Ecco poi la raccolta multi materiale brutale. Ormai sappiamo che la raccolta differenziata non è un problema di quantità ma di qualità. Posso anche differenziare il 100% ma se la qualità del prodotto è carente, i materiali vengono di nuovo scartati e tornano all'inceneritore. Il cassonetto giallo contiene sia la plastica che il vetro e le lattine. Il camion che le raccoglie compatta tutti questi materiali provocando la frantumazione del vetro. Si sa che la qualità del vetro dipende anche dalla dimensione dei cocci, più sono piccole, più il materiale è scadente. Si mormora che addirittura il 50% del multi materiale venga scartato a valle ed alimenti gli inceneritori. Di fatto nel 2009 il
Conai, il consorzio nazionale che governa la raccolta differenziata, ha punito il comune di Parma per la scarsa qualità della raccolta, togliendo 600 mila euro di contributi.
Il teleriscaldamento è “caldissimo”.
Il sistema di teleriscaldamento prefigura un monopolio a scapito dei cittadini. Le tariffe imposte da Enia fanno riferimento ad una efficienza di caldaia scarsa, riferita ad anni fa, quando oggi invece le moderne caldaie a condensazione consentono rendimenti migliori e spese inferiori. Si andrà a spendere molto per un servizio che potrebbe costare meno se fatto a casa propria con una moderna caldaia. Oltretutto senza la possibilità di staccarsi dal sistema. Oltretutto scaldando acqua a 180 °C per tutto l'anno, anche d'estate.
Fingere di differenziare. Con le parole di un suo dirigente, Enia ha affermato che le cassette di plastica che vediamo buttare tutti i giorni insieme a carta, legno e organico, nei camion dell'azienda, sono riciclate al 99%. Quelle cassette finiscono tutte all'inceneritore, smentendo completamente le affermazioni così convinte di Enia.
Anche un semplice appalto per sfalciare l'erba diventa un buco nero da cui Enia faticherà ad uscirne. Mazzette e corruzione e fatture gonfiate senza che nessuno ci faccia caso, senza che i controlli interni scattino all'unisono.
Come fa Enia a presentarsi ancora davanti alle telecamere e sostenere di essere una azienda di cui potersi fidare?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse (GCR)
Parma, 24 giugno 2010
-682 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, lo possiamo ancora fermare!
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