Milioni di tonnellate di rifiuti bruciate per bonificare le discariche.
Abbiamo letto le prime dichiarazioni delle amministrazioni sulla proposta alternativa all'inceneritore, presentata alla stampa venerdì scorso dal Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti di Parma.
Forse dobbiamo spiegare a Comune e Provincia che esistono 4 fasi di un progetto: l'analisi di fattibilità, quella che abbiamo elaborato e che serve per verificare se esiste la possibilità di effettuare un progetto; il progetto preliminare, che esamina siti, logistica e primo dimensionamento degli impianti; il progetto definitivo e infine quello esecutivo.
Nel documento presentato la settimana scorsa ci sono tutti gli elementi che dimostrano la fattibilità del progetto e tutti i nodi salienti vengono affrontati con soluzioni alternative all'incenerimento.
L'organico, trattato attraverso la digestione anaerobica e il successivo compostaggio del digestato, diventa completamente inodore e non crea alcun problema, a differenza del compostaggio tal quale dell'umido come si fa ora. Questa soluzione non è stata ancora adottata, nonostante tutti gli esperti sicuramente interpellati. Una frazione importante dei rifiuti come quella umida poteva già da anni essere fonte di reddito per la comunità ed invece viene trattata male e poi completamente esportata fuori provincia, dimostrando l'incapacità organizzativa del gestore.
Nell'analisi di fattibilità è stato affrontato il discorso di una raccolta differenziata il più possibile mono prodotto, in modo da avere maggiore facilità di recupero. Abbiamo inoltre toccato l'argomento del trattamento meccanico dell'indifferenziato, confrontando i dati con quelli di altre località, in modo da avere un effettivo riscontro di quello che andavamo affermando.
Le conclusioni inattaccabili sono nelle tabelle presentate e a disposizione anche sul nostro sito web (www.gestionecorrettarifiuti.it). Tali cifre portano a sostenere che rimangono quantitativi da trattare inferiori a quelli prodotti dal forno come ceneri residue ed inquinate, che andranno portate in discarica.
L'estrusione non è stata affatto abbandonata come sostiene invece l'assessore Castellani, che a quanto pare non ha letto la relazione ed ha solo commentato al buio. L'abbiamo semmai potenziata, prevedendo 4 linee di estrusione per le plastiche non riciclabili, sullo stesso modello di Vedelago che, ricordiamo, senza alcuna sovvenzione pubblica, porta bilanci in attivo ed occupazione stabile.
La relazione insomma è scesa nel dettaglio di un progetto preliminare anche se non abbiamo ancora individuato i siti, per ovvie ragioni di opportunità, in modo da poter condividere con le Istituzioni le località dove insediare tali impianti.
E' evidente che se l'esame del nostro progetto viene affidato ad esperti che costruiscono principalmente forni, la risposta rischia di essere invalidata da un palese conflitto di interessi.
Il consiglio che rivolgiamo a Comune e Provincia è quello di rileggere più volte il documento proposto. Le tesi portate sono state elaborate da tecnici che hanno lavorato nel settore. In estrema sintesi è un documento sensato, convincente, un'ottima base da cui partire.
Sul fronte sanitario, che non è stato trattato nella proposta, sentire invece Enia fare affermazioni su diossine e inquinanti, temi da far affrontare a medici esperti, crediamo sia poco serio. I manager devono fare il loro mestiere, possibilmente occupandosi di evitare lacune che in questi giorni non sembrano essere di poca importanza.
Il problema dell'inceneritore di Parma non è il rifiuto urbano. L'incontro che abbiamo avuto con i tecnici della Provincia è stato chiarificante e disarmante al tempo stesso. Quindi inutile che Enia continui a mostrare solo un volto della Luna, e il retro finga di non averlo continuando a girarsi.
Dopo decenni di mala gestione dei rifiuti oggi si pensa di usare il forno per bonificare le discariche.
Ecco la verità.
L'obiettivo delle amministrazioni oggi a Parma è quello di bruciare, in stretto accordo con Enia, decine di migliaia di tonnellate ogni anno di rifiuti speciali, che oggi seguono altre strade, ma che si intende convogliare al forno di Ugozzolo.
E milioni di tonnellate di rifiuti di tutti i tipi, oggi sepolti nelle discariche.
Con 15 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati nelle discariche, c'è materiale da bruciare per 20 anni, anche senza rifiuti urbani.
Se i cittadini di Parma, le varie associazioni di produttori agricoli, di industriali, del comparto agro alimentare, sono d'accordo con questa linea, ben venga il forno.
Ma che almeno sappiano la verità.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse (GCR)
Parma, 21 giugno 2010
-685 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, lo possiamo ancora fermare!
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