martedì 3 agosto 2010

L'inceneritore di Piacenza? E' fuorilegge!

Chissà se si sentiva, l'odore di petrolio, durante la recentissima visita all'impianto di incenerimento di rifiuti di Piacenza, che una tv locale di Parma ha effettuato per dare lustro all'impianto.
Probabilmente nessuno se ne è accorto, una dimostrazione del fatto che questi impianti possono nascondere tutto e far sparire tutto ciò che c'è di scomodo da non far vedere.
Fatto sta che addirittura il Tg1 di giovedì 15 aprile ci racconta la nuova miscela che alla Tecnoborgo (Enìa) hanno pensato di utilizzare come carburante per l'inceneritore.
C'è da rimanere increduli: il servizio titolava "Dalla disgrazia del Lambro un opportunità".
Bruciare nell'inceneritore di Piacenza 600 tonnellate di rifiuti provenienti dalla barriera di Isola Serafini (Pc), "imbevuti di petrolio ed olii combustibili" (rifiuti speciali potenzialmente pericolosi).
Peccato che non sia possibile a Piacenza, visto che l'inceneritore è autorizzato per soli rifiuti solidi urbani.
Nel servizio si vedeva un camion che sversava nella fossa dell'inceneritore fanghi rossastri tipici da fondami di raffineria, provenienti dalla captazione presso la centrale di Isola Serafini (Piacenza).
Rifiuti che, provenendo da una raffineria sono considerati rifiuti speciali potenzialmente pericolosi, che per la legge non possono essere mescolati a rifiuti urbani o ancora peggio bruciati in un inceneritore per rifiuti urbani, quale è quello gestito dalla società Tecnoborgo Spa in capo ad Enia.
La notizia sta cominciando a girare: “Fanghi ricchi di idrocarburi bruciati a Piacenza”. Non sono certo rifiuti solidi urbani. Nel servizio del Tg1 si raccontano anche i particolari: "il ragno meccanico mescola la fanghiglia ai rifiuti solidi urbani" . Tutto ciò è ancora più grave perché avviene a Piacenza, una delle città italiane con la maggiore mortalità per cancro.
Diversi movimenti stanno valutando azioni legali ed esposti alla magistratura. Come siamo messi ad autorizzazioni? E nel caso di irregolarità come può essere accaduto? E quali sono le conseguenze e i rischi per la popolazione? Come si intende intervenire?
Come solito il danno è ormai fatto e nessuna eventuale azione giudiziaria saprà riportare indietro i fumi fuoriusciti dall'impianto.
Sempre il servizio del Tg1 dice che "i costi di smaltimento sono coperti dalla Regione Emilia Romagna". La Regione ha autorizzato questa combustione? In base a che norme visto che è vietato per qualsiasi privato mischiare rifiuti contaminati da rifiuti speciali provenienti da una raffineria con rifiuti solidi urbani e bruciarli poi in un inceneritore per rifiuti solidi urbani e non ad esempio
trattarli presso un impianto di trattamento (magari chimico) per rifiuti industriali?
Il nostro futuro, a Parma, è questo.
Prepariamoci.

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse

Parma, 16 aprile 2010
-751 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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