“Papi, a cosa servono gli inceneritori agli uomini?” “A dar loro gli strumenti per capire quanto sono fessi”.
Il fulminante scambio di battute è del vignettista Moneta e riassume quanto sia in fondo semplice la questione. Siamo davanti ad un gesto folle e semplice, che nasconde interessi nascosti e solo danni per le persone.
A Parma il 17 aprile si è sviluppato un nuovo orizzonte..
Abbiamo guardato avanti e ci siamo posti domande.
Lo abbiamo fatto in tanti, riprendendoci quel ruolo di precursori e avanguardia del futuro che arriverà presto e che in quella giornata abbiamo sentito e percepito presente.
Le mille facce della stessa voglia di fare, di esprimere dissenso e proposta, stanchi di essere considerati muta protesta, facile merce di scambio.
Detto in mille modi, dalla musica di Fabrizio Frabetti, alla surreale, intelligente e scoppiettante presenza del Teatro Necessario.
Un popolo che sa costruire, fare con le mani, dire coi volti.
Che sa portare a Parma l'eccellenza mondiale sul tema. Paul Connett che ritorna qui a ripetere, non abbiamo capito, che è l'ultimo posto al mondo dove costruire un inceneritore, e lui lo ascoltano all'Onu e lo rifaranno a maggio, quando dirà anche di noi, una figuraccia planetaria.
Una manifestazione complicata e complessa sintetizzata in una immagine, quattro bidoni, quattro bistrattati contenitori per raccogliere con diligenza le nostre materie dopo il consumo.
E non lasciare nulla sui prati, solo il verde dell'erba, perché così noi siamo fino in fondo.
Come i raggi sorridenti delle biciclette che hanno fatto pellegrinaggio sul luogo dell'imminente disastro, biciclette contro il mostro, stuzzicadenti contro mulini a vento, i sorrisi a sbaragliare qualunque forza soverchiante. Con semplicità vi batteremo.
A Parma da tutta Italia, a Parma, spesso indorata e imbellettata come una vecchia signora con la erre moscia e l'identità austriaco-francese, finalmente riscattata oggi, 17 aprile del'anno 2010.
A Parma per duecentocinquanta adesioni di gruppi, che poi arrivano davvero, da Torino, Genova, Acerra, Firenze, Trento... Colorata fiumana che sotto la pioggia battente rimane incresciosamente in ordinata fila per giungere in Pilotta a ritmo di musica e di ballo festoso.
Scoppiettante avanguardia dei Guerrilla Trash, nel corteo che doveva passare da piazza Garibaldi ma che timori infondati hanno deviato il suo corso, obbligando a saltare vie importanti. Paura del guitto avanzare dei passeggini?
“Pan, parsut, movida... e aria pulida” è lo sberleffo per gli amministratori che non c'erano, la loro distanza apre varchi di distacco, idoli isolati nel loro Olimpo, che non comprendono più, che hanno altro da fare, altra carta da contare.
Deboli controfigure, si sfilano sotto i colpi dell'evidente fallimento, non rappresentanti, non amministranti, non persone.
L'arpione è stato scagliato il 17, la sua presa è forte e decisa, da lì non si muove.
Una storia scritta anche con i nomi importanti che contano. Quello di Patrizia Gentilini, oncologa che ha visto in faccia cosa viene dopo l'accensione, di Rossano Ercolini, che a Capannori ha dato il via a rifiuti zero in Italia, di Enzo Favoino da Monza, dove al parco agrario progettano il futuro.
Volti impegnati in questa lotta e giunti a Parma per firmare la presenza, come Joan Marc Simon, di Gaia International, l'alleanza per l'alternativa, o Giuseppe Miserotti, presidente dell'ordine dei medici di Piacenza, dove l'inceneritore per rifiuti urbani brucia il petrolio del Lambro, come Carla Poli, che a Vedelago ha fatto vedere all'Italia come i rifiuti diventano risorsa.
Una storia scritta anche dagli artisti e dagli attori e dagli operatori, da Tangram Teatro dell'Oppresso, da Luigi e la Casa Cantoniera, da Riccardo Puglia che ha dato voce alle voci, dalla Giunchiglia che ha messo in ordine il parco, da Luigi Vecchi che ha portato i giocattoli.
Una marea di persone che hanno portato un segno in dono alla nostra città.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 24 aprile 2010
-743 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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