Dal primo di gennaio del 2009 Enia corrisponde a titolo di mitigazione e compensazione la somma di 1.562.000 euro ai comuni interessati alle ricadute del nuovo inceneritore. Il 60% di questo cifra va al comune di Parma, il 40% agli altri comuni limitrofi all'era del Pai, il Polo Ambientale Integrato in costruzione ad Ugozzolo.
Queste risorse, che saranno corrisposte in base ai rifiuti bruciati (11 euro a tonnellata per i rifiuti urbani, 13,50 per i rifiuti speciali), serviranno o dovrebbero servire a intervenire sulla mobilità, a diminuire gli inquinanti atmosferici (sic!), a opere di forestazione (forse il boschetto mangia polveri non sarà sufficiente?), la bonifica dei canali, uno sconto sulle tariffe dei rifiuti per chi abita nei pressi dell'impianto (forse questa mitigazione è la più sconcertante).
Enia è stata obbligata poi a realizzare 4 centraline di controllo di monitoraggio in continuo delle emissioni, 4 monitor consultabili nei diversi comuni della fascia limitrofa.
Il documento sulle mitigazioni, approvato in sede di conferenza dei servizi, parla espressamente di “aree di maggiore ricaduta degli inquinanti gassosi” per considerare quali comuni saranno interessati dalle compensazioni, quindi oltre che Parma, anche Torrile, Colorno, Mezzani e Sorbolo.
Se le parole hanno ancora un loro valore intrinseco, il danno è evidente, acclarato, addirittura calcolato per prevedere le compensazioni, gli “inquinanti gassosi” avranno un'area di maggiore ricaduta, che tradotto significa che l'inceneritore inquinerà in particolare le zone dei comuni sopra riportati e a loro bisogna pagare i danni.
Il magnifico impianto di Ugozzolo, sotto il cui camino Andrea Allodi consiglia di acquistar casa, emetterà tanti inquinanti da dover compensare il danno alle comunità residenti.
Recentemente se n'è accorta Coldiretti, che di fronte a queste cifre, si domanda dove andranno a finire i soldi, pretendendo per gli agricoltori, i primi a subire conseguenze sui loro terreni, una priorità di rimborso.
Pochi giorni fa, commissionato dallo stesso gestore dell'impianto A2A, a Brescia sono emersi i dati di 4 campagne di studio della qualità dell'aria, condotte dall'istituto Mario Negri di Milano nel 2008 e nel 2009.
I risultati sono evidenti e molto preoccupanti. Le diossine e i Pcb (policlorobifenili), inquinanti derivanti in particolare dalla combustione della plastica, hanno un livello doppio nei pressi dell'impianto rispetto ai valori delle centraline del centro città. Addirittura per gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) le quantità riscontrate sono superiori di 7 volte.
Dai dati dei progettisti le ricadute maggiori dell'impianto si collocano a 1,5 km dall'inceneritore, quindi i valori misurabili un po' più lontano, secondo questi studi, saranno anche superiori, determinando una situazione di danno evidentemente aldilà di ogni limite e norma.
Con queste cifre, certificate da un istituto di ricerche farmacologiche attivo dal 1960, 4 sedi operative, 1000 persone che ci lavorano, viene messo nero su bianco l'effetto che determina la presenza si un impianto di incenerimento su un territorio.
Viene così tracciato anche il futuro che Parma si deve preparare a vivere, se il progetto di Ugozzolo non verrà al più presto fermato.
Un appello al buonsenso ed alla lungimiranza sta salendo forte dalla opinione pubblica, dalle aziende, tra cui Barilla e Greci, dai consorzi di filiera, dagli agricoltori e dai loro sindacati, da alcuni partiti come il Movimento 5 Stelle, la Lega, Rifondazione Comunista, il Movimento Repubblicano Europeo.
E' la città che si è risvegliata dal vuoto di informazioni e si è resa conto del pericolo insito in questo progetto, un rischio che tocca da vicino anche la nostra economia, in gran parte basata sulla qualità e salubrità dei nostri prodotti alimentari.
Il nuovo spot del prosciutto di Parma recita slogan sul “marino”, il venticello che scende dall'appennino e dal mare verso i colli di Parma. L'impianto di Ugozzolo andrà a recar danno proprio alla qualità dell'aria, tanto decantata dagli spot e tanto utilizzata come cavallo di battaglia di Parma capitale alimentare.
Un cavallo ora azzoppato dall'inceneritore dei veleni.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 3 giugno 2010
-702 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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