lunedì 2 agosto 2010

La mortale innocuità dell'inceneritore

Non sarebbe davvero male che gli inceneritori fossero innocui come sembra ritenere la signora Giulia Battaglia in una lettera al direttore pubblicata il 7 luglio dalla Gazzetta di Parma.
Perché avremmo risolto i nostri problemi e potremmo, anche noi dell'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse, dedicarci ad altre amenità, più rilassanti e divertenti, senza dover impersonare le Cassandre di turno. L'incenerimento dei rifiuti è una pratica che sta venendo meno un po' in tutto il mondo. Perché ci si è accorti che queste enormi caldaie, bruciando materiali assolutamente eterogenei tra di loro, a temperature di conseguenze difficili se non impossibili da garantire costanti, sono niente altro che dei trasformatori di materia, che emettono enormi quantità
di veleni.
Come anche la lettrice saprà, una legge della termodinamica recita che la materia non la si può fare sparire ma solo trasformare. Ecco quello che fa un inceneritore, prende della materia solida, la porta a temperature elevate, la fa uscire trasformata. In che cosa? In massima parte si tratta di gas e particolato fine, non proprio adatti ad un aerosol termale, e poi metalli pesanti, furani, diossine. Che cosa emetterà in particolare l'inceneritore nostrano lo declina direttamente Enia nel suo Studio di Impatto Ambientale: ogni anno 3,42 tonnellate di Pm10, 34,2 tonnellate di CO (Monossido di Carbonio), 68,4 tonnellate di Nox (Ossidi di azoto). Il forno produrrà poi 39 mila tonnellate di scorie pesanti, le ceneri residuali che non si sa come gestire (Enia le vuole mettere nei mattoni, chissà che salubrità avranno quei manufatti!), poi le ceneri volanti di cui l'Italia non detiene discariche adatte. Non andiamo oltre a descrivere la serie di inquinanti emessi tra cui mercurio, cadmio, ammoniaca etc.
La sfortuna per i cittadini è che le sostanze gassose emesse sono talmente piccole che l'occhio umano non le percepisce. Avete presente Seveso, Chernobyl, Ethernit, etc? Nulla si vede ma le conseguenze di questi disastri ce le stiamo ancora portando appresso.
Possiamo andiamo a vedere come stanno le cose altrove. Non serve però arrivare ad Amburgo, basta spingersi a Brescia, dove le diossine hanno bloccato la vendita di latte, a Montale, dove le diossine hanno avvelenato il latte materno. Vogliamo spingerci all'estero? In Gran Bretagna, nello Yorkshire, l'inceneritore di Kirklees provoca l'aumento della mortalità infantile con incrementi di dieci volte rispetto alla normalità. Di fronte a tecniche alternative provate e funzionanti che consentono di gestire i rifiuti senza combustione ha senso rischiare il futuro del nostro territorio?
Meglio essere apprensivi ora o piangere poi? Al buonsenso dei nostri amministratori l'ardua sentenza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 luglio 2010
-668 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!

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