martedì 3 agosto 2010

Il sugo alla bolognese non è uno spezzatino

L'approccio al problema dei rifiuti proposto da Enia è lo stesso che ci ha portato a farlo diventare un'emergenza, una grande minaccia utile a porre come ineluttabile risposta un inceneritore.
I rifiuti, per Enia, sono solo materiali sporchi e puzzolenti, cose scomode, che però quando bruciano profumano di soldi.
La realtà è un'altra. I rifiuti sono una miniera di materie.
La corretta valutazione del loro recupero si misura includendo l'energia intrinseca nel prodotto, quella utilizzata per produrlo, in modo da poter decidere il metodo più conveniente con tutti i dati.
In quest'ottica bruciare rifiuti “per recuperare energia”, come ci viene ripetuto come un mantra, è un metodo che recupera pochissima energia, a fronte di quella che si distrugge, e con un costo sanitario che ne deriva.
E' quindi antieconomico.
Per salvaguardare l'ambiente, la comunità europea ha dettato le priorità di trattamento dei rifiuti, le cosiddette 4 r: riduzione, riuso, riciclo, recupero.
Sono in ordine di importanza, ed ogni “r” ha i suoi risvolti operativi. Si parte dalla prima, che riguarda la riduzione.
Significa che bisogna attuare tutte quelle pratiche utili alla diminuzione complessiva della produzione di rifiuti, visto che la quantità è ancora un problema impellente.
Oggi Parma produce 580 kg di rifiuti pro capite all'anno, una cifra eccessiva e ingiustificabile, che potrebbe tranquillamente essere dimezzata se fossero applicate le misure necessarie.
Tra le buone pratiche le fontane pubbliche, l'eliminazione della plastica monouso dalle mense, l'utilizzo di detersivi alla spina, il latte fresco in bottiglie riutilizzabili, il recupero del vuoto a rendere contro il vuoto a perdere. Ci sono tante azioni la cui somma porta ad una effettiva ed efficace diminuzione della produzione. Naturalmente la raccolta differenziata porta a porta estesa a tutta la provincia, con conseguente eliminazione dei cassonetti stradali.
Viene poi il riuso, perché bisogna anche saper produrre materiali e oggetti che si possano poi riutilizzare, cose che possano proseguire il loro ciclo di vita senza fermarsi al primo utilizzo.
Il riciclo è utile quando il materiale non si riesce a riutilizzarlo per l'uso per cui era stato costruito.
Con il riciclo si può recuperare la plastica non altrimenti valorizzabile ed evitare il suo incenerimento con relativa produzione di diossine.
Il recupero non è infine inteso semplicemente come incenerimento, perché recuperare l'energia dai rifiuti significa prima di tutto considerare l'energia che è stata impiegata per la sua produzione.
Ma Enia su questi temi, ed in particolare sul primo criterio, quello della riduzione, è stata assente e distratta, o peggio.
Enia infatti gonfia i quantitativi di rifiuto indifferenziato per giustificare un forno che ha dimensioni eccessive per il nostro fabbisogno. Lo fa mantenendo i cassonetti stradali, dove assieme ai rifiuti indifferenziati finiscono tante materie che potrebbero invece essere recuperate: carta, cassette di plastica e di legno, organico.
Lo fa raccogliendo in modo eterogeneo i rifiuti dalle imprese commerciali, come i negozi di frutta e verdura, e dai mercati, buttando e mischiando tutto insieme, organico e secco, in un unico cassone, per poi dire che non è più possibile la separazione e, ahimè, bisogna bruciare tutto.
Se prepari un sugo alla bolognese non puoi, quando è pronto, dire che ti aspettavi uno spezzatino.
Enia proporrà questa confusione di menù anche al nuovo inceneritore, dove facendo transitare tutta la raccolta differenziata, coglierà l'occasione per dare qualche bocconcino prelibato all'inceneritore.
Lo hanno anche scritto, peraltro, a pagina 28 della relazione generale del progetto definitivo del Pai, dove vengono stimate 2 mila tonnellate di plastica differenziata che se ne vanno “a recupero energia”. E' la plastica che i cittadini di Parma e della Provincia hanno pazientemente raccolto, separato, conferito nel bidone giallo. Plastica che verrà bruciata per rimpinguare le casse di Enia.
Ma tutto fa brodo. Anche la raccolta del verde servirà a incrementare la materia da bruciare, e insieme i bilanci famelici della Spa. Mille tonnellate di raccolta differenziata vegetale, sempre raccolta con dovizia dai cittadini, si tufferà nel forno, ed essendo materiale organico, ci sono pure gli incentivi dei certificati verdi a render il piatto più ricco.
Anche se il giochino degli incentivi potrebbe incepparsi con la stretta della manovra in discussione in queste ore nel governo. E allora, se così fosse, chi pagherà questi impianti?

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse

Parma, 4 giugno 2010
-701 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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