lunedì 2 agosto 2010

Tra la via Emilia e il clan

Martedì 29 giugno presso l’Auditorium Toscanini, via Cuneo, 3 si terrà la presentazione del libro “Tra la via Emilia e il clan” alla presenza degli autori Christian Abbondanza e Antonio Amorosi. Anche l’Emilia Romagna è terra di conquista per la mafia, e solo da poco questa realtà è balzata alla ribalta delle cronache. Sono situazioni che spesso si palesano agli occhi di tutti solo quando sono ben radicate nel tessuto sociale. Nessuno se ne accorge fino a quel momento, o nessuno da segno di accorgersene. Questo è un aspetto tipico della mafia, che cerca nel silenzio e nella connivenza di
portare avanti i propri loschi affari.
Il libro vuole proprio far emergere questo segreto, quello che tutti sanno e che nessuno vuole ammettere. E’ uno strumento importante per comprendere quello che accade intorno a noi, e quanto pesante sia l’insediamento e il condizionamento della mafia nel profondo Nord, dove ci si è sempre ritenuti avulsi da questo fenomeno.
E’ notizia di questi giorni l’arresto di personaggi legati alla camorra, proprio qui a Parma. Così come scandali quali le tangenti per il verde pubblico pagate a funzionari di Enia, ci svelano come “il pizzo” non è una realtà solo del sud, ma che anzi anche in Emilia, chi vuole lavorare a volte è costretto suo malgrado a “pagare”.
La forza delle mafie trae origine da un lato dal condizionamento della paura e dall’omertà, dall’altro dalla “disponibilità” al compromesso e relative complicità della politica, della pubblica amministrazione ed dell'economia.
La cultura mafiosa ha saputo diffondersi e diventare “patrimonio” anche della politica e di colossi dell’economia e del mercato che, nel nome del profitto e del potere, si sono fatti predoni del bene comune, del territorio, della vita.
Se oggi le mafie sono la più grande “azienda del Paese”, tra le principali holding criminali del pianeta, bisogna aggredirle proprio dove concretizzano la colonizzazione del territorio. Non serve colpire solo “l’ala militare” che crea allarme sociale con azioni violente, ma colpire i colletti bianchi, quelli che oramai quasi ogni cittadino si trova a fronteggiare quotidianamente. Il libro fa nomi e cognomi, svelando quella fitta rete di collusioni e intrecci che fanno sì che la pubblica amministrazione, la politica e l’economia emiliana, piegate da commistioni e conflitti di interessi, a destra come a sinistra, svolgano un ruolo determinante nel grande riciclaggio della criminalità finanziaria e mafiosa.
La lotta alle mafie è anche fatta di segnali. Segnali concreti che i pubblici amministratori, politici e funzionari, così come gli imprenditori, i commercianti, ogni singolo cittadino, giornalista o appartenente alle forze dell’ordine, possono dare in un senso o nell’altro. La lotta alla mafia è una lotta di civiltà che si combatte soprattutto con i segnali della quotidianità. Per questo ciascun cittadino, nessuno escluso, è chiamato a svolgere la propria parte in questa delicata quanto fondamentale battaglia.
“La mafia è un fenomeno umano – diceva Giovanni Falcone – e come tutti i fenomeni umani ha un inizio e avrà una fine!”
La presentazione del libro inchiesta è organizzato da Liberacittadinanza con il supporto dell'associazione Gestione Corretta dei Rifiuti.

Parma, 26 giugno 2010

-680 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!

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