Workshop, o meglio Desert-Shop, mercoledì scorso, al Campus Universitario. Si parlava di Sistemi di gestione dei rifiuti. Nell'aula deserta abbiamo sentito le motivazioni che spingono verso la realizzazione degli inceneritori.
Una occasione per darsi ragione da soli e la foto allegata la dice lunga senza tante parole. Forse erano più i relatori che il numero di coloro che stavano ascoltando.
Fra gli appunti raccolti al volo segnaliamo: “ci sono difficoltà di interpretazione dei dati e delle valutazioni delle metodologie applicate nei vari studi, se non si è accorti e scrupolosi possono uscire i risultati che vogliamo vedere. Per questo occorre mettere sempre in dubbio le valutazioni e le conclusioni”, oppure “è complicato valutare le emissioni perché varia il combustibile”.
Tutto il resto è stato un presentare studi, dati e opinioni di ricercatori, studiosi, tecnici, addetti ai lavori, che sostengono come l'inceneritore di Parma sia il male minore, pur apportando 3,2 ton di polveri all'anno e 45 mg di diossine.
E sapete cosa significa questa apparente piccola quantità? Corrisponde a 45 miliardi di picogrammi, dosi per 1 milione di abitanti adulti.
Nel nostro Paese è sempre difficile capire dove stia la verità, fra conflitti d'interesse, fra controllori che si controllano da soli, fra studi e ricerche commissionate, anche i tanti bravi ricercatori, studiosi, professionisti, politici, sono in difficoltà a capirlo.
La scelta è fortemente influenzata dalla visione che abbiamo. Se si guarda avanti, oramai quasi tutti si rendono conto che questo modello di consumo è finito, la discussione è solo su quanta strada manca al capolinea.
Se crediamo di essere in strada con un auto senza volante, la scelta dell'inceneritore va in questa logica. Se vediamo che l'auto ha il volante (mai vista una senza) possiamo sterzare e cambiare strada.
Auguriamo a tutti quelli che scelgono di andare dritto di trovare la forza di guardare i bambini di oggi negli occhi, quando ci chiederanno di render conto del mondo che gli abbiamo lasciato.
Ogni giorno arriva la notizia di un inceneritore sequestrato, sigillato, chiuso e di relative indagini, arresti, citazioni a giudizio.
Sono tutti impianti nuovi, certificati, naturalmente Bat (con le migliori tecnologie disponibili) ma resta il fatto incontestabile che gli inceneritori siano forti produttori di inquinanti e luoghi dai quali stare, abitare, lavorare, a debita distanza.
Oggi le lobbies degli inceneritoristi prevedono nei loro bilanci quote da destinare a studi che guarda caso salvano gli impianti, un moderno green washing che abbiamo intravisto anche mercoledì.
Vorremmo infatti sapere se tutti questi esperti sono disponibili a trasferire essi stessi e le loro famiglie all'ombra di un camino, per dimostrare nei fatti che l'aria emessa da un inceneritore è migliore di quella ambiente.
Attendiamo notizie in merito.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 luglio 2010
-659 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
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