Riceviamo dall'Università di Parma una richiesta di rettifica: lo studio presentato la settimana scorsa sugli effetti di inquinamento dell'inceneritore di Ugozzolo non aveva carattere assolutorio. I titoli di alcuni media erano stati invece di tono opposto, affermando che era stata emessa l'assoluzione, l'inceneritore sembrava non far male.
Non abbiamo nessuna difficoltà a rettificare a nostra volta, confermando che le diossine nello studio sono state contemplate. Certo è che la relazione presentata nell'aula ha indotto i presenti a credere il contrario, magari una qualche chiarezza in più non sarebbe stata una cattiva cosa.
La tesi pilota del laureando Cordioli non è quindi l'ultima parola, ma anzi lo stesso autore la considera parziale e da completare. Ma non solo, perché condivide “le idee su quali debbano essere le priorità nella corretta gestione del ciclo dei rifiuti” e ritiene che “ci siano fondati motivi di contrarietà alla costruzione di un forno da 130 000 tonnellate nella vostra città”.
Parole chiare, finalmente. Per la buona pace di chi ancora dorme sonni tranquilli.
Per tutti riportiamo alcuni studi sugli inceneritori.
Le sostanze tossiche emesse da un inceneritore determinano un aumento del 31,4% del sarcoma dei tessuti molli nel raggio di 2 Km dall’inceneritore (studio Comba Istituto Nazionale della Salute, Italia); un aumento del 37% del cancro al fegato e fino al 5% del cancro al colon retto nel raggio di oltre 1Km dall’inceneritore (studio Elliot P. London School of Higiene and Tropical Medicine, 2000 U.K); un aumento del doppio del cancro infantile nel raggio di 5Km (studio Knox Int. Epidemeology, 2000, U.K); il cancro alla mammella aumenta nelle donne che vivono in prossimità dell’inceneritore (Saintot, Eur J Cancer Prev 2004); esiste inoltre una relazione diretta tra le emissioni dell’inceneritore e la comparsa di mutazioni e malformazioni (studio Ferriera e al., Università di Saò Paolo, 2000).
Lo studio dell'università tiene in considerazione 5 inquinanti e non 3 come abbiamo sostenuto. Ma ricordiamoci che dall'inceneritore di sostanze ne escono oltre 200 senza tener conto di quelle sconosciute. Se forse l'università avesse fondi sufficienti potrebbe incrementare l'analisi e rendere lo studio non più campione, ma un riferimento più completo e certo.
Rimane il fatto incontrastabile, più volte sottolineato dal coordinamento, che le emissioni, in termini di bilanci di massa, non sono per così dire rassicuranti. In un anno di attività l'inceneritore emetterà in atmosfera monossido di carbonio per 37,8 tonnellate, carbonio organico per 12,6 tonnellate,acido cloridrico per 6,3 tonnellate, acido fluoridrico per 1,2 tonnellate, biossido di zolfo per 37,8 tonnellate, ammoniaca per 6,3 tonnellate.
Per quanto riguarda i micro inquinanti 37,8 kg di cromo, 88,3 kg di piombo, 189 kg di zinco, 315,3 kg di altri metalli, 63 kg di Cadmio+Tallio, 63 kg di mercurio, 12 kg di idrocarburi policiclici aromatici e un pesante fardello di diossine.
Tutti dati Enia presentati ed approvati.
Basta il buonsenso per capire che non siamo di fronte né a grigliate né a caldaiette domestiche a gas metano, la cosa appare un pochino più seria e preoccupante.
Sulle Pm10 il bilancio di massa degli inquinanti emessi non depone a favore dell'inceneritore. La stessa Enia ammette che nel bilancio complessivo, anche spegnendo tutte le caldaie previste dall'allacciamento al teleriscaldamento, il Pm 10 immesso in atmosfera sarà incrementato di 3,3 tonnellate all'anno.
Per chiudere, la nostra disponibilità al dialogo rimane inalterata per approfondire tutti gli aspetti del progetto e delle conseguenze che un simile impianto può comportare nel nostro territorio. Crediamo fondamentale l'apporto dell'ambiente universitario, la scienza che alberga al Campus deve essere sfruttata e coinvolta sempre più nelle scelte strategiche della nostra città e ricevere sufficienti risorse per poter dare il meglio di sé. Sarebbe oggi importante dirigere le forze verso la messa in luce di tutti gli inquinanti che un inceneritore emette, per poter togliere le tante ombre che aleggiano,sviluppando le relative metodiche analitiche di determinazione.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 20 maggio 2010
-717 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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