Ogni azienda che si rispetti ha ormai il suo social network sul web, per stare vicina ai clienti.
Barilla non poteva mancare a questo appuntamento ed ha la sua finestra di contatti su Facebook.
All'indirizzo http://www.facebook.com/Barilla l'azienda raccoglie 12.520 fans ed ospita in queste ultime settimane il dibattito sull'inceneritore di Parma.
Vi chiederete cosa possano centrare gli spaghetti con i rifiuti.
L'inceneritore di Parma sarà costruito a 1 km dalla Barilla e il suo camino svetterà sul pastificio più grande del mondo, mettendo leggermente in crisi l'immagine pulita del Mulino Bianco.
La pagina è stata così negli ultimi tempi oggetto delle preoccupate lettere degli affezionati sostenitori della dieta mediterranea, che chiedono rassicurazioni alla multinazionale e si domandano come mai Barilla non si sia impegnata a fermare il progetto.
“Gli inceneritori sono fabbriche di veleni e di sostanze cancerogene certe per l'uomo”, la parole dell'oncologa Patrizia Gentilini lasciano poco spazio al dubbio.
L'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna e l'Ordine dei Medici Francesi hanno proposto una moratoria sulla costruzione degli inceneritori, richieste cadute nel vuoto.
Uno studio recente sull'inceneritore di Coriano (Forlì) ha evidenziato nelle donne residenti da almeno cinque anni nei pressi dell'impianto un aumento dell'incidenza di tutti i tipi di tumori del 54%.
Gli inceneritori fanno male.
E fanno male in particolare a chi ci vive nei pressi.
La marea di messaggi sulla pagina di Barilla comincia ad impensierire i piani alti dell'azienda. La difesa tentata in questi giorni assicurando un monitoraggio continuo e la fiducia nel gestore dell'impianto ha avuto un effetto se volete contrario alle attese.
Barilla sostiene che dalle informazioni ricevute da Enìa “non esiste nessun motivo di allarme circa la sicurezza degli stabilimenti e dei nostri prodotti” ma comunque anche “la nostra azienda attiverà un monitoraggio continuo sugli effetti dell'attività del termovalorizzatore, per intervenire tempestivamente in caso di necessità”. Chissà quali saranno queste misure tempestive in caso di necessità. Chiudere le finestre? Mettere su ruote il pastificio e traslocare?
Si fidano di chi costruisce l'impianto?
Da che mondo è mondo, la bontà del vino non la si chiede all'oste!
Un gatto che si morde la coda, un mulinello che cresce ogni giorno, alimentando il polverone che si
fa sempre più nero. Mano mano che cresce l'informazione, che la consapevolezza aumenta, i consumatori prendono sempre maggiore coscienza che qualcosa nel meccanismo si sia inceppato.
Che gli slogan di Barilla mal si accompagnano con un inceneritore.
E c'è già chi ha scritto la parola fine. I vostri prodotti non li compro più. E non è un bel segnale.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 24 febbraio 2010
-802 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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