Domani al Campus l'Università di Parma organizza un workshop sui rifiuti. Nonostante i disastri che leggiamo ogni giorno sulla stampa, di pochi giorni il sequestro dell'inceneritore di Pietrasanta, che avvelenava le acque del torrente Baccatoio (2 km dalla spiaggia), il mondo accademico si riunisce per darsi ragione da sé, senza alcun contraddittorio, senza alcuna voce che faccia da controcanto.
Nonostante si dia per scontato ormai che gli inceneritori siano, oltre che dannosi per l'ambiente, anti economici per le amministrazioni che li adottano, vincono ancora in Italia le lobbies dell'incenerimento, contro tutti e contro tutto, buonsenso incluso. Di certo sostenute da una certa parte del mondo accademico.
Leggiamo gli interventi previsti ed è davvero tutto un programma. Saluta l'assessore comunale Sassi, di cui ricordiamo la felice espressione: “un barbecue inquina più dell'inceneritore”. Apre Agostino Gambarotta: “gli inceneritori inquinano meno delle caldaie”, segue l'intervento di Stefano Consonni: ricerche finanziate da Aem Milano ed Ansaldo, consulente per Asm Brescia (che ha il più grande inceneritore d’Italia), Ansaldo, Italcementi, Snam, Frano Tosi, consigliere della municipalizzata allora chiamata Asm Piacenza e dal 1996 al 1998 presidente della Tecnoborgo Spa,
società pubblico privata preposta alla costruzione dell’impianto d’incenerimento rifiuti di Piacenza.
Ecco poi Angelo Montenero, che vuole usare le ceneri ricche di diossine e metalli pesanti per produrre vetro; Pierangelo Carbone e Giacomo Cerri, dell'assessorato all'ambiente di Piacenza, il cui inceneritore ha bruciato perfino il petrolio del Lambro.
Non hanno chiesto invece la presenza del presidente dell'ordine dei medici di Piacenza Giuseppe Miserotti che in un appello alla città di Parma afferma: “posso assicurare che esiste una copiosissima letteratura sia nazionale che internazionale sui danni alla salute causati da questi impianti (tumori, malattie disormonali, disturbi dell’immunità, malattie polmonari e cardiocircolatorie”.
Dopo il coffee break è la volta di Michele Giugliano, del dipartimento idraulica e ambiente del Politecnico di Milano e già consulente di Asm Brescia. Ha realizzato corsi e studi su Inquinamento atmosferico e trattamento delle emissioni gassose che hanno visto le seguenti collaborazioni con enti ed imprese: Asm Brescia, Consorzio Smaltimento rifiuti di Lecco, CUEM-Consorzio Universitario Economia Industriale e Manageriale, Eni, Istituto per l’Ambiente, Snam,
SnamProgetti. Lo stesso professor Giugliano insieme al professore Stefano Consonni, ha realizzato per conto Federambiente (organismo che riunisce tutte le ex municipalizzate d’Italia e ditte interessate a questo settore) uno studio sui grandi vantaggi dell’incenerimento dei rifiuti citato come esempio da Asm Brescia.
Carlo Signorelli, che ha presentato per Enia lo studio di impatto ambientale dell'inceneritore di Parma: “gli inceneritori dovrebbero garantire bassissime emissioni di diossine e di altri inquinanti pericolosi per la salute... la maggiore ricaduta emissiva è prevista solo nella zona limitrofa all'inceneritore, che risulta a bassa densità abitativa”. Vero, i dipendenti Barilla, Greci, Chiesi, Spip... non vi abitano, trascorrono lì solo 8 ore al giorno... E poi scrivendo “dovrebbero” ci salviamo da ogni evenienza.
Infine Giulio De Leo e Michele Cordioli che hanno presentato la loro ricerca parziale che salva l'inceneritore, ma che ad esempio ha calcolato le emissioni sulla metà dei metri cubi emessi.
Una bella giornata per suonare note stonate, e nonostante tutto applaudirSI.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 luglio 2010
-663 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
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