martedì 3 agosto 2010

Il sistema Vedelago

Fa piacere riscontrare che Enìa finalmente parli di alternative al metodo dell'incenerimento che fin qui ci risulta siano state totalmente ignorate.
Non c'è stato alcun confronto pubblico sul tema e auspichiamo finalmente che sia possibile un confronto pubblico sulle alternative e sul confronto tra di esse, in modo da dare alla popolazione tutti gli strumenti per capire quale sia la via migliore tra le tante percorribili.
Ovviamente Enìa, dovendo scegliere tra due vini, sceglie quello prodotto nella propria cantina, e ci stupiremmo del contrario. Come già detto in altre occasioni, non ha consistenza statistica chiedere a Fiat quali siano le auto migliori sul mercato.
Ci sarà quindi permesso di spiegare, pur non essendo portatori di interessi, quale sia la realtà del sistema Vedelago, adottato non solo nella provincia trevigiana, ma anche con successo a Tergu (Sassari), Colleferro(Roma), Caltagirone (Catania) e in corso di progettazione in altri territori che presa visione delle potenzialità,
hanno abbandonato la strada degli inceneritori per sposare quella dell'estrusione.
L’ipotesi di gestione viene fatta su di una popolazione di 433.000 abitanti della provincia, quelli attuali, con produzione annua di 250.000 tonnellate per una produzione di circa 577 kg per abitante (ancora al di sopra delle reali quantità al ribasso che si potrebbero ottenere con le politiche di riduzione, riuso e differenziazione riportate sopra).
Carta e umido avrebbero un immediato recupero al 100%. Per “recupero” si intende l’invio diretto dei materiali facilmente rivendibili alle aziende per la reintroduzione nei cicli produttivi.
Restano imballaggi (prevalentemente plastiche), ingombranti, oli, batterie, RAE e secco residuo che invece verrebbero destinati alla piattaforma di selezione dove verrebbero recuperate le frazioni riciclabili come vetro, alluminio e acciaio con una percentuale del 100%.
Le plastiche sarebbero inviate al recupero per il 55% (plastiche di qualità che possono rientrare facilmente e in modo immediato nel ciclo produttivo come PET, PE, et), mentre il 45% andrebbero all’impianto di estrusione per un riciclo vicino al 98%. In pratica si tratta di materiale plastiche oggi detto “plasmix” che,
non provenendo dalla classe degli imballaggi misti, deve essere inviato dal CO.RE.PLA con costi di smaltimento elevati o a smaltimento o a recupero a proprie spese. In questo caso si recuperano ulteriori incentivi del CONAI e il materiale viene inviato all’estrusore e non in discarica o agli inceneritori come si fa
oggi.
Vi è poi la quota dello “scarto di selezione”, vicino al 10% del totale di produzione dei rifiuti, che è dovuto agli errori di conferimento dei cittadini (ad es. plastiche non idonee al recupero, et) che attualmente vengono inviate ad incenerimento, mentre col nostro progetto potrebbero essere inviate all’impianto di riciclo (estrusore) per ottenere anche in questo caso materia prima seconda.
Tramite il sistema di estrusione si potranno trattare anche quelle frazioni che abbiamo visto prima (ingombranti,plasmix da imballaggi misti, scarto di selezione) per una quota di poco superiore alle 13.000 tonnellate, insieme a tutto il secco residuo, ovverosia l’indifferenziato che viene raccolto col sistema Porta a
Porta (bidone grigio).
Una buona quota parte sia di ingombranti (45%) sia di scarto di selezione (10%) viene recuperato, e quindi di fatto differenziato al 100% per essere materiale ancora nobile e vendibile sul mercato.
Nel secco residuo troveremo ancora materiale come carta e plastiche che potranno essere recuperate (35%),mentre il resto viene inviato all’impianto di estrusione sempre per ottenere materia prima seconda.
Si tratterebbe nel complesso di 9500 tonnellate anno, 950 recuperabili e 8552 inviate al riciclo con estrusione. Esiste una quota variabile poi di circa il 18% identificata per tutte le frazioni come “calo di processo”, cioè perdita di peso tramite evaporazione acquea che si ottiene durante la sosta del materiale sui
piazzali dell’area e da perdita di condensa. Tale liquido viene trattato dai sistema di recupero acque dell’intero piazzale dell’impianto.
Tutta la quota rimanente di materiale post consumo attualmente non differenziabile in altro modo, e quindi al giorno d’oggi inviato in discarica o bruciato, pari ad un quantitativo di 55.303 tonnellate anno, e pertanto molto vicino alla quota di RSU che ENIA si appresta a bruciare nell’inceneritore al 2012, nel nostro progetto
viene inviato a riciclo nell’impianto di estrusione per ottenere materia prima seconda che ha possibilità di vendita sul mercato.
Rimarrebbero 2765 tonnellate anno di materiali post consumo definiti “scarto” e quindi non riutilizzabili in alcun modo. Tale quota, stoccata in un primo momento presso l’area “Rifiuti Residui”, verebbe studiata presso il Centro educazione/formazione e studio per capire quale errore di progettazione sta alla base della produzione industriale per avere tale materiale non altrimenti riciclabile. Da qui deve partire l’indicazione di fermare le produzioni industriali che portano ad ottenere tali materiali non riutilizzabili e convertire le
produzioni con materiali facilmente recuperabili. In questo modo si otterrebbe rapidamente il 100% del riciclo ovverosia il primo passo per realizzare il progetto “Zero Rifiuti”. Questo materiale potrebbe comunque essere stoccato tranquillamente anche in piazzali o in discariche non pericolose perché è materiale sanificato e inerte. Ricordiamo che invece l’inceneritore produrrà a regime il 30% di ceneri (di cui il 10% ceneri tossiche) che al momento attuale non si capisce bene che destino avranno (discariche? cementifici?).
Sicuramente le ceneri tossiche dovranno essere inviate in discariche speciali (di solito quelle di salgemma della Germania) con costi elevatissimi sia economici che ambientali.
Il vantaggio del nostro sistema appare del tutto evidente. Si recupera materia, si occupano più lavoratori nel settore e l’ambiente e la nostra salute non verrebbero minate dalle emissioni tossico nocive di un inceneritore.

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse

Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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