mercoledì 4 agosto 2010

L'incenerimento non è la miglior soluzione. Ambientalisti? No, Università di Parma

Il Prof. Rocco Ungaro è professore ordinario di chimica organica presso il Dipartimento di Chimica Organica e Industriale dell’Università di Parma. E’ autore di numerosi lavori scientifici riguardanti la chimica supramolecolare, il trattamento dei rifiuti radioattivi, lo sviluppo di molecole biologicamente attive basate sul riconoscimento molecolare e la nanotecnologia.
Ecco alcuni stralci di una intervista di Tele Radio City, reperibile on line:
www.tinyurl.com/roccoungaro “Se applichiamo i principi scientifici e morali al problema dei rifiuti non si può non riconoscere che l'incenerimento non è la migliore soluzione. La natura, nella sua lunga storia, non usa questo metodo di incenerire le scorie che essa stessa produce. Utilizza dei metodi di fermentazione. Il fuoco è solo un accidente quando cade un fulmine o quando c'è un vulcano. La Natura ha trovato dei sistemi diversi, più bio compatibili”
Quale soluzione allora viene proposta?
“L'idea di puntare a quella che si chiama attualmente strategia rifiuti zero è scientificamente molto più valida. Da un punto di vista tecnico l'inceneritore non è certo la soluzione per il problema dell'energia. L'inceneritore lavorando sulla combustione ad alte temperature, potrebbe creare un problema di residui che fanno pensare per la salute umana“.
Inceneritori,industrie insalubri di classe prima.
“Negli inceneritori si producono un sacco di ceneri, i gestori dovrebbero assicurare che nei residui non ci siano quantità elevate di sostanze dannose come i metalli pesanti e le diossine e che le emissioni siano compatibili con gli standard industriali”.
Un inceneritore nel polmone nero d'Europa.
“La strada dell'emissione zero è la strada principale, da perseguire. Effettivamente in pianura padana siamo già ad alta densità industriale, con una attesa di vita inferiore di 36 mesi rispetto agli altri Paesi proprio a causa di questa concentrazione. C'è il problema di vedere se sia proprio necessario costruire un inceneritore o puntare ad altre soluzioni considerando che c'è una
coscienza sociale e politica maggiore che in altre zone”.
La strada dell'alternativa, sembra di capire, non è una utopia di qualche ecologista sfegatato ma una materia presa in seria considerazione anche in ambito universitario. Quando succederà che anche le amministrazioni riflettano seriamente sul tema e comincino a domandarsi se la soluzione attualmente proposta sia davvero quella migliore?
Anche dal punto di vista della crisi economica una scelta molto meno costosa (10 milioni contro i 180 dell'inceneritore) non dovrebbe dare poi così fastidio. Abbiamo letto dello stop al progetto della metropolitana. Sarà giunta l'ora di dire basta anche all'inceneritore?
I cugini reggiani lo stanno già dicendo ed è in atto una seria riflessione anche a livello di partito. I sindaci del Pd hanno detto a chiare lettere che preferiscono un'alternativa meno impattante a quella dell'incenerimento. Forse in piazzale della Pace siede un altro partito?

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma

Parma, 21 marzo 2010
-777 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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