Uno studio con la esse maiuscola prende in considerazione tutte le variabili sul campo e poi trae le dovute conseguenze. Non si accontenta di dati parziali e se lo fa lo ammette pubblicamente. Ieri il dipartimento di scienze ambientali dell'Università di Parma ha snocciolato le sue cifre al pubblico, in occasione della presentazione della valutazione del nuovo inceneritore.
Il docente Giulio De Leo ha parlato in un momento cruciale per la scelta della strategia da adottare per Parma. Il gruppo di studio ha preso in considerazione l'effetto di soli tre inquinanti, peccato che dall'inceneritore ne escano invece 247. Ricordate lo studio di impatto ambientale di Enia? Anche loro avevano preso in considerazione solo 3 inquinanti, dimenticandosi per strada le diossine, che
quando si brucia plastica contenente cloro, si producono con profusione e sono una delle sostanze più velenose che esistano.
Seveso lo ricordiamo tutti, una bomba che ancora oggi miete vittime in tre comuni vicini all'impianto dell'Icmesa. Migliaia gli animali che nel 1976 furono abbattuti mentre la popolazione fu avvisata della nube 8 giorni dopo i disastro.
Ieri si è cercato di affermare che l'inceneritore non fa male senza analizzare tutti i dati, come voler giudicare un'auto senza entrare nell'abitacolo. Bisogna sottolineare che presentando lo studio i docenti hanno anche comunicato l'aspetto parziale e incompleto del lavoro, sollecitando un ulteriore approfondimento, con il contributo di tutti.
Ma se i dati sono fuorvianti e male interpretabili, non aveva forse senso aspettare di avere un quadro complessivo?
Si è detto addirittura che il bilancio di massa su questi 3 inquinanti, a fronte dell'avvio del teleriscaldamento, sia positivo, quando la stessa Enia ammette che ogni anno l'impianto immetterà in atmosfera ben 3 tonnellate in più di particolato grossolano Pm10, lo stesso che negli inverni di Parma rende l'aria irrespirabile e pericolosa.
Non di meno alcuni appunti devono fare riflettere. E' stato detto che l'impianto porterà ad una saturazione del 70% degli inquinanti emessi, senza considerare gli altri impianti della zona, e che ci troviamo in un'area già gravemente lesionata dagli impatti dell'autostrada, della Tav, delle industrie già presenti.
Non si è parlato dell'accumulo delle diossine nei campi e nelle catene alimentari, perché come detto di diossine non si è nemmeno accennato.
Si sono calcolati gli impatti su una persona adulta di 70 kg, quindi sui bambini i conteggi sarebbero ben diversi. Si richiede l'avvio prima dell'opera, di una valutazione di impatto sanitario che non è stata fatta e che aiuterebbe a verificare il prima e il dopo opera, sulla popolazione residente, un'altra
sollecitazione che ci fa capire che non stiamo parlando di una grigliata, come qualcuno va sostenendo, ma di un impianto industriale pericoloso, come recita la stessa normativa, che ritiene gli inceneritori industrie insalubri di classe prima.
Ma davvero c'è ancora qualcuno che sostiene che sia un impianto da costruire?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Parma & Provincia
Parma, 12 maggio 2010
-724 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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